Lancia Delta 2.0 HF Turbo 16V Integrale 200 cv. € 49 900,-. 73 439 km Man. převodovka 07/1992 Benzín 147 kW (200 hp) Groupe LANIE Service Commercial • FR-02100 Saint Quentin + Zobrazit více vozidel.

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The company has a strong rally heritage and is noted for using letters of the Greek alphabet for its model names.
"La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso", sosteneva Miki Biasion, due volte campione del mondo rally con Lancia. Il brivido è dato dal correre a velocità da capogiro fra due ali di folla, con accelerazioni da F1 ed emozioni proprie di una grande salita del Giro d'Italia, su percorsi più o meno improvvisati e ogni tipo di superficie. Una corsa contro gli altri ma prima di tutto con se stessi, il cronometro e la natura, provando l'ebbrezza di veder alzarsi dietro di sé solo la polvere. Vincere un mondiale rally elegge di diritto l'auto e il suo equipaggio al rango di leggende del volante, primeggiare sugli sterrati dei cinque continenti equivale a raggiungere lo stato dell'arte dell'abilità di guida. Andiamo così a elencare quelle che per noi sono state le 10 auto più iconiche del mondo del Stratos HFGiovanni Bertone, l'uomo che aveva dato forma alla splendida Lamborghini Miura, tratteggia nel 1970 le futuristiche linee della Stratos "0". All'occhio lungo degli uomini Lancia Cesare Fiorio e Ugo Gobbato non sfuggirono le potenzialità di quel concept e Bertone venne incaricato di sviluppare quel progetto che poteva rappresentare una base ideale per una moderna macchina da rally. Egli realizzò una berlinetta compatta, con un passo di soli 2,18 metri, dalla linea cuneiforme con i fari primari a scomparsa e due elementi rettangolari ai lati della generosa "bocca" anteriore. Il cuore dell'auto era costituito dal motore V6 di Maranello, adagiato in posizione trasversale posteriore centrale, capace di erogare 270 CV a giri abbinato a un cambio a cinque marce di origine Lancia. La Stratos - iconica nella veste verde bianco rossa di Alitalia - otterrà una lunga serie di successi grazie a piloti come Munari, Larousse e Ballestrieri, la cui punta di diamante saranno le ben quattro affermazioni nel celeberrimo rally di QuattroL'era delle Gruppo B è stata indubbiamente la più spettacolare della storia dei rally, caratterizzata da vetture dal rombo ineguagliabile e da una cavalleria mozzafiato. Tra queste figurava l'Audi Quattro "sport", la prima dotata di quattro ruote motrici nella storia dei debutto avvenne al Tour de Corse 1984 con alla guida Walter Rohrl e ben presto divenne la macchina da battere, grazie al motore cc da quasi 500 cavalli. Il reparto corse Audi ideò diverse evoluzioni nel corso degli anni, fino ad arrivare alla bestiale S1 Corta da 570 cavalli, la quale fu chiamata in causa per battagliare contro la Delta S4 e la 205 T16 Quattro è anche l'auto che permise alla fortissima Michèle Mouton di essere la prima donna ad aggiudicarsi una tappa nel mondiale rally (Sanremo, 1981) e di sfiorare la conquista del titolo l'anno successivo, con 3 successi, giungendo seconda in generale dietro al team-mate Walter 205 T16Sotto le mentite spoglie di una semplice e piccola Peugeot 205 si celava un'auto dall'anima profondamente racing; solo il frontale e pochi altri particolari erano riconducibili all'utilitaria francese. Alla guida del team c'è un certo Jean Todt, pronto a non scendere a compromessi per la vittoria: vettura a motore centrale, trazione integrale e telaio realizzato appositamente per le competizioni. Soluzioni tecniche ancora più competitive del benchmark Audi Quattro che verranno subito riprese anche da altri costruttori. Le ultime gare del 1984 sono solo il preludio ai quattro titoli che la Casa del Leone conquisterà nei due anni seguenti. Con la fine dei "mostri" del gruppo B, al termine della stagione, la Peugeot decide di iscrivere le sue 205 T16 alla Parigi-Dakar, trionfando anche lì. Un'auto che ha contribuito ad accrescere il mito della già popolare Delta HF IntegraleLa Lancia Delta è l'auto più vincente nella storia dei rally con 10 mondiali - 6 costruttori consecutivi tra il 1987 e il 1992 e 4 piloti per un totale di 50 vittorie. La maggior parte di queste vittorie centrate con la versione HF Integrale, che fece il suo debutto nel rally del Portogallo 1988 portando una serie di aggiornamenti rispetto alla precedente 4W: parafanghi allargati, un nuovo disegno di paraurti e minigonne, nuove prese d'aria anteriori e sul cofano motore, cerchi in lega da 15 anziché da 14 pollici e una potenza passata da 165 CV a 185 venerata Integrale prima "8v", poi "16v" ed infine "evoluzione" sarà capace di raccogliere dal 1988 al 1993 35 vittorie, 96 podi, 3 titoli piloti e 5 costruttori alimentando, fra le mani di piloti come Miki Biasion o Juha Kankkunen, il mito di auto invincibile avvolta nella sua inconfondibile veste Martini Racing (se siete appassionati, guardate questa Lancia Delta Integrale Martini 5 Evoluzione con pochi km all'asta).Toyota Celica GT-Four ST185 Alter ego della sopracitata Delta, è l'ultrasportiva giapponese che - con la sua linea filante - si contrapponeva anche visivamente alla robusta e compatta vettura torinese. La ST-185 è il secondo modello della Celica GT-Four, elaborato dal colosso nipponico per partecipare al mondiale rally dal 1992 al 1994. Il palmarés parla di 3 titoli piloti, in altrettanti tentativi, e due costruttori (1993-94). 16 i successi ottenuti, quasi equamente distribuiti fra lo spagnolo Carlos Sainz (padre dall'attuale driver Ferrari), il finlandese Juha Kankkunen e il francese Didier Auriol, tutti campioni una volta a testa - in quest'ordine - con questa vettura. La sfortuna più grande della Celica è stata solo quella di incrociare sulle strade dei rally il portento Lancia Delta, l'auto che ha contribuito a ridefinire il mito di questa categoria. Ma guardando a un quadro più grande, la Celica ha posto le basi per una generazione di auto da rally giapponesi in grado di dare filo da torcere ai marchi europei e, con la sua livrea Castrol bianca, rossa e verde a far perdere la testa a molti appassionati. Subaru Impreza 22BIl 1997 è un anno di grandi cambiamenti regolamentari per il mondiale rally, questi ultimi richiedono un target più basso in quanto a numero di esemplari stradali venduti per poter far partecipare la vettura al campionato, e non richiedono che la vettura sia strettamente derivata da quella di serie. Il primo marchio a rispettare il nuovo regolamento sarà proprio Subaru con la sua iconica Impreza prime tre gare Liatti, Eriksson e McRae vincono a Montecarlo, in Svezia e in Kenya mentre nelle restanti gare della stagione arriveranno altre 5 vittorie (quattro per McRae e una per Eriksson) che permetteranno a Subaru di conquistare, per il terzo anno di fila, il campionato costruttori, ma non quello piloti, che McRae perse per un solo punto contro la 22B, divenuta leggendaria per la bellezza mozzafiato della sua livrea blu elettrico e giallo dello sponsor di tabacchi State Express 555 e le imprese dei suoi assi al volante, su tutti lo spettacolare e compianto scozzese Colin McRae, in onore del quale sarà diffuso anche un famosissimo Lancer EvoCreando la Lancer Evolution Mitsubishi ha iniziato uno scontro tra titani, durato più di vent'anni, con la gloriosa Subaru Impreza. Prodotte nello stesso momento, rivali da sempre. Come motore usò il quattro cilindri 4G63 della Galant VR-4, ma con ulteriori accorgimenti. Il vecchio cuore pulsante venne aperto e dotato di bielle e pistoni più leggeri, un intercooler maggiorato e un rapporto di compressione aumentato. Ciò portò un beneficiò di 10 cavalli in più, arrivando così a 250. Per limitare l'aumento di peso venne completamente eliminato il rivestimento antivibrazione. Il risultato di tutti questi interventi fu ottimo. Rispetto alla sua antenata perse 200 chili, combinati alla buona potenza sotto il cofano, la Evo fu da subito un'auto estremamente competitiva. I trionfi iridati arrivarono solo qualche anno più tardi, con le versioni III-IV-V e VI della Lancer Evo: quattro titoli piloti consecutivi (1996-99) con il finlandese Tommi Makinen e un titolo costruttori nel C4 WRCSette mondiali rally conquistati sugli otto disponibili: tre costruttori (2008, 2009, 2010) e 4 piloti (2007-10), tutti con la leggenda di Haguenau Sebastien Loeb. Presentata nel settembre 2006 - nata per rimpiazzare la Xsara e derivata dalla C4 Coupé - l'auto rosso-blu sponsorizzata dalla RedBull montava la trazione integrale e un motore turbo benzina da oltre 300 CV e all'esordio, al Rally di Montecarlo 2007, fece subito il botto, vincendo con Sébastien Loeb e occupando anche la piazza d'onore con Dani Sordo. 36 vittorie totali (su 56 gare) nel WRC di cui 13 su asfalto, superficie sulla quale non è mai stata battuta. Un'auto guidata solo da grandi nomi: i già citati Loeb-Sordo nella squadra ufficiale, un giovane Ogier e addirittura Kimi Raikkonen, nel 2010, nel suo anno sabbatico dalla Polo R WRCDue gare, tanta è stata "lunga" l'attesa per assistere al primo centro iridato del costruttore tedesco, con l'astro nascente dei rally Sebastien Ogier, in Svezia, nel secondo appuntamento mondiale della stagione 2013. È solo la prima delle 43 affermazione della Casa del Popolo, un dato ancor più strabiliante se si considera che sono state ottenute nello spazio di sole 52 gare nel WRC. Quattro titoli mondiali in bacheca, tutti conquistati dall'asso transalpino, uno per ogni anno in cui la Polo ha divorato nevi, sabbie, sterrati e asfalti del World Rally Championship, dal 2013 al 2016, lasciando agli avversari solo le briciole. È questo l'incredibile record della vettura sviluppata dalla divisione sportiva di Wolfsburg. Una parabola vincente interrotta poi bruscamente. A novembre del 2016, Jost Capito annuncerà il ritiro dai rally in seguito allo scandalo "Dieselgate", lasciandoci l'amaro in bocca per non aver visto in prova speciale la Polo Wrc Plus, ormai pronta a rimpiazzare la plurivittoriosa Yaris Rally1L'ultimo grande cambiamento regolamentare del WRC è quello della stagione in corso (a tal proposito: Toyota ha presentato la GR Yaris Rally1 per il WRC 2022). Da questa edizione il mondiale utilizza le nuove auto "Rally1" con powertrain ibrido plug-in, che permettono ai piloti di attraversare alcuni tratti scelti in modalità completamente elettrica. Il propulsore elettrico fornisce 100 kW (135 CV) di potenza in più alle vetture, per un totale di circa 500 CV, le vetture sono più semplici nell'aerodinamica e nelle sospensioni, mentre il cambio ha perso le palette al volante tornando alla leva. La dominatrice finora è la nuova GR Yaris che in particolare - grazie alle prestazioni del classe 2000 Kalle Rovanpera - sta dominando le due classifiche piloti e costruttori. La Yaris - nella bella veste bianco-rosso-nera approntata dal team Gazoo Racing - dopo aver conquistato dall'ormai lontano 1999 il cuore degli automobilisti di tutti i giorni, promette di conquistare anche gli appassionati dei terreni accidentati.
Lancia Delta Integrale (1987-1991) Lancia Delta HF integrale 16V World Rally Championship (WRC) Martini Lancia 1 (Miki Biasion/Tiziano Siviero) January 1990 Rally Monte Carlo - Monte Carlo (Result: 3rd) Martini stripes; Martini Lancia 7 (Didier Auriol/Bernard Occelli) January 1990 Rally Monte Carlo - Monte Carlo (Result: 1st) Martini stripes

Reading time: about 2 minutes The Lancia Delta HF Integrale Evoluzione 1 was to be the final homologation car for the Lancia Rally Team, and the crowning glory on what is now remembered as the most successful Group A car in World Rally Championship history. In total, it took 46 WRC victories, it won the Constructors Championship 6 times in a row from 1987 to 1992, and it contributed to drivers’ championship titles for Juha Kankkunen in ’87 and ’91, and Miki Basin in ’88 and ’89. The ‘Martini 6’ was a special edition of the standard Delta Integrale that included the iconic Martini rally stripes running down each side and around the centre of the tailgate. The interior was finished with Recaro seats in teal Alcantara with HF logos on the headrests, there’s a carbon-fibre plate around the gear-lever and a numbered plaque below it with the limited edition serial number. Externally, the Martini 6 cars have a Lancia logo on the rear of the roof, and the rear-mounted spoiler is emblazoned with the ‘Martini Racing’ decal, a ‘World Rally Champion’ badge adorns the tailgate along with the ‘6’ commemorating the number of World Rally Championships. Mechanically, the 310 Martini 6 limited edition cars were identical to the homologation Lancia Delta HF Integrale. They were fitted with the 210 bhp 1995cc 16-valve turbocharged inline-4 cylinder engine, mated to a 5-speed transmission, rally-bred all-wheel drive, front and rear MacPherson strut independent suspension, and 4-wheel disc brakes. The Integrale you see here is a one-owner original car that was bought by its current owner in 1992, it’s been driven sparingly in the intervening years and is being offered now with just 28,000 kilometres on the odometer from new. If you’d like to read more about it or register to bid you can click here to visit RM Sotheby’s – it has an estimated value of between €120,000 and €150,000. Photo Credits: Piotr Degler ©2015 Courtesy of RM Sotheby’s Ben has had his work featured on CNN, Popular Mechanics, Smithsonian Magazine, Road & Track Magazine, the official Pinterest blog, the official eBay Motors blog, BuzzFeed, and many more. Silodrome was founded by Ben back in 2010, in the years since the site has grown to become a world leader in the alternative and vintage motoring sector, with millions of readers around the world and many hundreds of thousands of followers on social media. Published by Ben Branch - February 3rd 2016

The Lancia Delta Integrale is a legend both on and off road, and the much-admired Martini livery only adds to the cars desirability. This is an opportunity to acquire one of the rally world’s most iconic cars in a very well-preserved, hugely original condition, celebrating Lancia’s sensational fifth consecutive World Rally Championship. Home Lancia Delta HF integrale Martini livery Lancia Delta HF integrale Regular price €195,00 €0,00 Tax included. Shipping calculated at checkout. Lancia Delta HF integrale Martini Experience our bespoke and exclusive livery which was created to have something different and more subtle to the factory Martini 5 and Martini 6 liverys. Note All our liverys are made up to order so delivery time is an average 2 weeks from deposit, it is possible to have customizations please contact us via eMail. Share this Product More from this collection Lancia Delta HF Integrale . Retired . 1997. Formula Rallye Ciudad de Oviedo Martini Lancia. A8 . 3. 3. WRC 3. APRC 3. class A8 . 1000 Lakes Rally WRC Finland
OVERVIEW HISTORY (1) SPECS COMPS (30) TAXONOMY Market Summary The Lancia Delta HF Integrale Evo I (1991 to 1993) market. CMB $96,669  The Market Benchmark (CMB) represents a benchmark value for vehicles in this market based on data accumulated by Actual market value for a specific vehicle will depend on various elements, including the condition of the vehicle. As a successor to the Delta HF Integrale 16v, Lancia introduced a heavily revised Delta HF, which became better known as the HF Integra... Learn more. Vehicle History A timeline of events that we've detected for this vehicle. Auction listing $182,000 SOLD · Jan 21, 2021 · 29,139 kilometers (18,106 miles) · Comps Comparable recent listings. See related attributes next to the score. €134,400 SOLD · Feb 3, 2016 · RM Sotheby's Paris £120,000 SOLD · Apr 27, 2022 · Collecting Cars Auctions €45,500 SOLD · Oct 8, 2021 · Collecting Cars Auctions Specs Details about this vehicle – curated by our market specialists. Drivers Side Left Hand Drive Taxonomy Markets related to the Lancia Delta HF Integrale Evo I.
The first-generation Delta won all constructors' titles between 1987 and 1992, and the World Rally Championship's homologation regulations are to thank for Lancia giving us the Delta HF Integrale Ma wielką turbodziurę, promień skrętu kontenerowca „Ever Given” i klamkę w klapie bagażnika wyglądającą jak z Poloneza. Ale to jeden z najwspanialszych samochodów ze swojego gatunku. Przed wami Lancia Delta Integrale w wersji 8V. „Ten samochód w ogóle nie przyspiesza. Myślałem, że się zepsuł” – powiedział podobno Markku Alen, kierowca fabrycznego teamu rajdowego Lancii, gdy pierwszy raz wsiadł do wyczynowej Delty HF grupy A. Nic dziwnego, skoro wcześniej jeździł B-grupowym modelem 037 albo Deltą S4. Ale czasy grupy B się skończyły i trzeba było przywyknąć do mniej przerażających wozów. Akurat Lancia nieźle na tym wyszła, bo „zepsuta” Delta HF, a potem Delta Integrale pozwoliły tej marce sięgnąć po tytuł mistrza świata WRC w kategorii producentów. Sześć razy. Z rzędu. Lancia Delta Integrale stała się legendą Moja lista rzeczy, które chciałbym zrobić tuż po błyskawicznym wzbogaceniu się – na przykład w wyniku skreślenia właściwych liczb w jakiejś grze hazardowej, najlepiej na poziomie europejskim – jest oczywiście długa niczym włoski makaron. Ale wyjątkowo wysoko jest na niej stworzenie kolekcji pod hasłem „rajdowe legendy”. Co by tam było? Mitsubishi Lancera Evo parkowałbym obok jego odwiecznego rywala, czyli Subaru Imprezy STI. Peugeot 205 T16 kurzyłoby się tuż obok Renault 5 Turbo, a stawiając na miejscu Sierrę Cosworth musiałbym uważać, by nie przytrzeć stojącej obok Toyoty Celiki. Swoje miejsce w tym mało oryginalnym (nie jest to niepowtarzalne marzenie) i drogim garażu miałaby oczywiście także Lancia Delta Integrale. Może być w nie mniej legendarnej wersji drogowej. Udało mi się nią niedawno pojeździć Gdy zadzwonił do mnie Michał z Classic Motors i zapytał, czy nie chciałbym wpaść i przejechać się Deltą Integrale, trochę się bałem, czy przypadkiem nie skończy się to srogim rozczarowaniem. Włoscy inżynierowie nie słyną przecież z perfekcjonizmu. Bywają zabójczo skuteczni, bo zdobycie tylu rajdowych pucharów nie wzięło się znikąd, ale trzy dekady później to wszystko mogło już stracić czar i sztywność. Na szczęście nic z tego Czerwona jak płachta torreadora Lancia pochodzi z 1987 roku, a Polacy odwracają się za nią od 2017 r. Przejechała 137 tysięcy kilometrów i niedawno odbyła porządny pobyt w samochodowym sanatorium. Wyremontowano jej silnik, wymieniono zawieszenie, założono nowe hamulce i stworzono dedykowany układ wydechowy z klapkami włączanymi pilotem, wyglądającym jak ten, którym otwieracie sobie garaż. Ma pięknie odnowione felgi, dołożone chlapacze w rajdowym stylu i akcesoryjne progi i spojler. Do tego naklejki, które pewnie nie każdemu się spodobają, ale akurat w przypadku Integrale wyglądają jakby były całkiem na miejscu. Aż nabrałem ochoty na Martini. Może być wstrząśnięte niczym pilot rajdowy po górskim odcinku specjalnym. Lancia Delta Integrale przeszła też remont blacharski Newralgiczny punkt każdej Delty i chyba główny powód, dla którego tych aut zostało tak niewiele, to tylna część podłogi. Michał opowiadał mi, że kiedyś zajrzał pod spód pięknego, błyszczącego Integrale stojącego na wystawie w Niemczech w charakterze reklamy jakiegoś dealera. Oczywiście, rdza zabrała się już za konsumowanie podłogi. „Rdzewieje nawet na wystawie” to prawie jak „rdzewieje już na prospekcie”. To drugie zdanie było zresztą często adresowane do Fiata Ritmo, z którym Delta dzieli sporo części. Testowany egzemplarz to wersja Delta HF Integrale 8V Odmiana „otto valvole” czyli ośmiozaworowa, rozwija 185 KM przy 5300 obrotów na minutę, a jej moment obrotowy wynosi 304 Nm. Silnik to czterocylindrowe turbo. Skrzynia ma pięć biegów, a napęd jest zawsze i wszędzie przekazywany na cztery koła. W stosunku do słabszych Delt, HF Integrale 8V ma wydajniejszą pompę wody, większą chłodnicę oleju i lepszy intercooler. Na rynku zdarzają się też mocniejsze wersje 16V (200 KM), a najbardziej poszukiwane i najdroższe są te z dopiskiem „Evoluzione”. Za zadbane Evo II, z 215-konnym motorem, trzeba zapłacić dziś nawet 60-80 tysięcy euro. Ale do cen jeszcze wrócimy. Czerwona Delta jest w świetnej formie Przed testem bałem się zawodu, ale na szczęście wróciłem do domu lubiąc Lancię jeszcze bardziej niż wcześniej. Na pewno mocno wpłynął na to remont opisywanego egzemplarza. Do pełnego sukcesu brakuje właściwie tylko emblematów na tylnej klapie. Niestety, litery układające się w nazwę „Delta Integrale” nie są tanie. Kosztują 1500 euro. Oprócz tego, podobno ceny większości części jeszcze nie odbierają smaku życia, a niektóre elementy pasują z „cywilnej” Delty. Klapa, maska czy lusterka są takie same, jak w 80-konnym wozie włoskiego nauczyciela na emeryturze. Wnętrze też jest zadbane Gdyby późne lata 80. były fotelem, z pewnością wyglądałyby dokładnie tak, jak zielono-niebiesko-szaro-czerwono-kremowe siedzenia z Delty. Dodajmy do tego pokryte zielonym materiałem słupki B. Bardzo w stylu italo disco. Opisywana Delta ma zresztą coś wspólnego z tamtym nurtem muzycznym. Wbrew jego nazwie, większość wykonawców pochodziła z Niemiec. Tutaj też za muzykę odpowiadają Niemcy: radio powędrowało do Lancii wprost z Audi. To jedyny – oprócz akcesoryjnej kierownicy Sparco – nieoryginalny element w kokpicie. Design deski rozdzielczej raczej nie wygrałby żadnego konkursu, ale można znaleźć tu kilka smaczków, takich jak ładne, żółte wskaźniki, albo panel kontrolek z charakterystycznym rysunkiem samochodziku. Możecie wkręcać nastolatków, że to ekran czujników cofania. Z wnętrza wszystko dobrze widać Całe szczęście, bo manewry „Integralką” nie są łatwe. Owszem, wspomaganie kierownicy jest i działa, ale promień skrętu przypomina ten z kontenerowca. Jeśli źle wymierzy się manewr, można zamienić osiedlową uliczkę w zablokowany Kanał Sueski. Jak się siedzi na pasiastych, kolorowych fotelach? Dość wysoko, ale jeszcze nie na tyle, by czuć się, jak w vanie. Tradycyjnie dla włoskich aut z tamtych lat, pedały są mocno przysunięte w stronę siedziska. Można przywyknąć. Miejsca jest wystarczająco nawet dla wysokiego kierowcy, chyba że jakiś dryblas się uprze, by stać się pasażerem. Niech wtedy nie siada z tyłu. Lancia Delta Integrale: wrażenia z jazdy Dwa litry turbo, 185 KM: dziś to parametry średniej wersji przeciętnego kompaktu, które nie pozwalają na poczucie dreszczyku emocji większego niż podczas kupowania masła na przecenie. Tego typu moc jest kwitowana w testach jako „wystarczająca na co dzień”. Emocji nie ma również w Lancii… o ile nie przekracza się trzech tysięcy obrotów. Integrale jeździ wtedy jak zwykły, nieco leciwy samochód. Czuć, że jest zadbana i zwarta, biegi wchodzą bez zarzutu, nic nie trzeszczy (to było naprawdę miłe zaskoczenie!), a wskaźniki pracują, jak trzeba. Wśród nich, ten najważniejszy, pokazujący temperaturę oleju. Gdy żółta wskazówka przesunęła się w cieplejsze rejony, mogłem mocniej wyprostować prawą nogę. Delta przez chwilę wystawia moją cierpliwość na próbę Ach, turbosprężarki sprzed lat! Dzisiejsze urządzenia tego typu są niewielkie i naszpikowane technologią, która robi wszystko, by kierowca nie musiał na nic czekać. Wciska się gaz, a samochód natychmiast, liniowo nabiera prędkości. W Delcie jest oczywiście inaczej. Po komendzie „cała naprzód!” najpierw nic się nie dzieje. „To już, to wszystko?” – zadałem sobie pytanie w głowie, ale samochód wtedy postanowił udzielić mi odpowiedzi. W bardzo brutalny sposób. To naprawdę szybki wóz Gdy turbosprężarka dojdzie do głosu, plecy kierowcy zostają przyspawane do pasiastego oparcia, a wskazówka prędkościomierza pnie się w górę jak szalona. Na szczęście zabawa nie kończy się zbyt szybko, bo Integrale nie ma nic przeciwko wysokim obrotom. Co dzieje się później? No cóż, należy szybko wrzucić wyższy bieg, a potem wszystko powtórzyć. Według danych technicznych, zdrowa Delta HF Integrale 8V (a ta na pewno nie choruje) osiąga 100 km/h w około 6,5 s. Nawet dzisiaj to dobry wynik, a ponad 30 lat temu musiał być niesamowity. Delta dzięki napędowi na cztery koła rusza jak z procy, a na zakrętach nadal jest stabilna i gotowa do szybkiej zmiany kierunku. Smaku dodaje ścieżka dźwiękowa Odgłos wydawany przez czterocylindrowy, dwulitrowy motor sam w sobie nie jest specjalnie ciekawy. Na tej płycie wokalista schodzi jednak na dalszy plan, przyćmiony przez sekcję instrumentalną w postaci turbosprężarki, dolotu czy dyferencjału, które świszczą, syczą, sapią i wyją. Efekt brzmi jak wprost wyjęty z OS-u. Brakuje tylko komend pilota wydawanych z prędkością karabinu i z dziwnym akcentem. Jestem przekonany, że Lancia Delta Integrale i dziś doskonale sprawdziłaby się na trasie jakiegoś rajdu. Niestety, nie będzie tanio. Lancia Delta Integrale: ceny Czasy, w których Delty były widywane na trasach lokalnych, półamatorskich imprez, już dawno minęły. Słabe egzemplarze poszły na części, ewentualnie skończyły życie na drzewach albo w zgniatarce, po tym jak diagnosta powiedział „z takimi dziurami w podłodze nie przepuszczę”. Mimo że produkcja tego modelu trwała aż do 1994 roku, populacja Lancii nie jest duża i stale się kurczy. Mniej więcej dekadę temu dało się kupić Integrale za ok. 30 tysięcy złotych. Dziś trzeba zmienić walutę. Samochód widoczny na zdjęciach jest na sprzedaż i wyceniono go – owszem – na 31 500, ale euro. Podobno wersja 8V jest pierwsza w kolejce do nabierania wartości, więc nieprędko zrobi się taniej. Słabe egzemplarze da się znaleźć za ok. 80 tysięcy złotych, ale przez pierwsze miesiące będzie się z nich cieszył tylko nasz mechanik. Z kolei w przypadku cen odmian Evo (wspomniane 60-80 tysięcy euro, czyli 280-370 tysięcy złotych) specjaliści zaczynają mówić o bańce cenowej. Kiedy pęknie? Któż to wie! Klamka na klapie wygląda jak z Poloneza. Tak czy inaczej, to nie są kwoty, które zachęcają do założenia kasku i pojechania Deltą na wąską, szutrową dróżkę między drzewami. Szkoda, bo czułaby się tam jak w domu. Czapki z głów przez każdym, kto nie boi się zabierać różnych „rajdowych legend” w ich naturalne środowisko. Nie, ciepły garaż nim nie jest. Zdjęcia: Tomasz Domański Rz1HmEZ.
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